Nel precedente articolo abbiamo scoperto che cosa sono i nudge e come possono essere utili per farci mettere in atto comportamenti più green con il minimo sforzo, anche quando il nostro cervello inserisce il pilota automatico. 

Abbiamo detto che i “green nudge” si articolano su diversi livelli: sul piano della comunicazione, (che abbiamo approfondito qui ), relativamente a modifiche all’interno del contesto fisico in cui vengono prese le decisioni oppure andando a lavorare su quelle che sono le opzioni di default. 

Interventi sul contesto fisico

Il contesto fisico entro cui prendiamo decisioni ed emettiamo comportamenti ha un’enorme influenza sull’esito di queste decisioni. 

La temperatura, i colori, la grandezza dello spazio, la presenza e la disposizione degli oggetti al suo interno impattano tantissimo sul tipo di comportamento che metteremo in atto.

La riprogettazione degli spazi e una disposizione strategica degli oggetti che lo occupano possono portare alla generazione di comportamenti più virtuosi. 

Salviette e Amazzonia 

Per esempio, come illustrato nel dettaglio qui, modificare la forma del porta salviette può incidere in modo positivo sulla riduzione dello spreco di carta.

Come? Al centro del dispenser viene creata una sagoma del Sud America e le salviette, visibili al suo interno, sono di colore verde.

Man mano che il livello di salviette scende, la sagoma del Sud America (che rappresenta l’Amazzonia) si svuota del suo verde rendendo evidente il collegamento tra l’aumento dell’uso della carta e la diminuzione del polmone verde del mondo.

L’effetto di questo nudge è appunto quello di rendere visibili e immediate le conseguenze di un comportamento che sarebbero state altrimenti percepite molto lontane nello spazio e nel tempo. 

Si tratta quindi di dare un feedback immediato che contribuisce a creare un’associazione diretta tra causa ed effetto, aumentando la nostra consapevolezza rispetto alle conseguenze delle scelte che compiamo.  

Green nudge nel quotidiano

Ecco qualche esempio di come potremmo applicare, nel nostro piccolo, questo principio:

Dove posizionare l’indifferenziata

Disporre i bidoni dei rifiuti in modo che quello dell’indifferenziata sia il più lontano e quindi il più scomodo da raggiungere rispetto all’entrata, ridurrà il rischio che noi e gli altri condomini, per pigrizia e comodità, gettiamo rifiuti di altro tipo in quel bidone, come spesso succede. 

Risparmio di acqua

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, nel 2017 Ogilvy Change e Legambiente hanno lanciato la campagna di sensibilizzazione sullo spreco di acqua #giuilrubinetto. 

L’idea è quella di creare un nudge avvolgendo un elastico intorno alla leva del rubinetto di casa quando ci laviamo i denti.

In questo modo, ogni volta che alzeremo la leva per aprire l’acqua, l’elastico la riabbasserà automaticamente, interrompendo ogni fuoriuscita non necessaria di acqua. 

Modificare le opzioni di default 

L’opzione di default è, per definizione, quella pre-impostata, che possiamo decidere di mantenere (senza fare alcuno sforzo) oppure di cambiare, compiendo attivamente una scelta e, quindi, facendo uno sforzo maggiore rispetto all’opzione di lasciare inalterato il default. 

Dell’importanza dell’effetto default abbiamo parlato in un precedente articolo dove spieghiamo che “il nostro cervello ottimizza e non ama faticare troppo, perciò, se ce ne viene data la possibilità, preferiamo evitare di decidere attivamente”. 

Ne consegue che, nella maggior parte dei casi, tendiamo ad accettare passivamente le opzioni di default che qualcun altro ha definito per noi. 

Come sfruttare questa nostra tendenza e renderla green? Beh, basterà autoimporci delle opzioni di default più sostenibili.

Per esempio: impostiamo il nostro PC di lavoro o quello personale sullo spegnimento automatico durante la notte così da non consumare inutilmente energia lasciandolo in stand by. 

Mettiamo un dosatore al detersivo per i piatti e a quello per la lavatrice così da non eccedere ed usarne la giusta quantità.

Impostiamo la stampante dell’ufficio sulla modalità di stampa fronte-retro anziché farla stampare solo da un lato. 

Conclusioni

Progettiamo da noi i green nudge che fanno al caso nostro.

Il meccanismo è chiaro: basterà rendere più semplice e comoda l’azione desiderata rispetto a quella non green così che il nostro cervello pigro la sceglierà anche quando sarà in modalità “pilota automatico”. 

 

Fonti 

Nudge, una “spintarella” per diventare più sostenibili”, Enel.

Quanto bene fa un nudge all’ambiente”, Green Planner Magazine

Nudge: una spinta gentile per la transizione ecologica, a partire dai servizi pubblici”, Green Report.

L’Amazzonia. Una salvietta alla volta“, aBetterPlace.

La spinta gentile di Ogilvy Change in aiuto a Legambeinte per il risparmio di acqua con la campagna #giuilrubinetto“, Brand New.

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