Abbiamo già parlato della Blue Beauty, un movimento che si occupa dei danni che l’industria cosmetica arreca all’ecosistema marino.
La situazione “oceani” è, infatti, piuttosto allarmante: diversi studi stimano che, entro il 2050, nei nostri mari saranno presenti più plastiche che pesci: inquietante, vero?
Ma non è solo l’industria cosmetica ad arrecare danni agli oceani: potrebbe centrare anche il nostro bucato!
Scopriamo insieme perché e come fare il bucato in modo più sostenibile.
Le Microplastoche
Le microplastiche stanno diventando un problema di scala globale: si tratta di tonnellate di minuscoli frammenti di plastica che rendono la vita difficile alla fauna marina, influendo sui processi biologici degli animali.
Queste minuscole plastiche inoltre, non arrecano danno solo agli oceani ma si infiltrano, attraverso le acque di scarico, anche nei terreni coltivati, per finire poi, sulle nostre tavole e nell’aria che respiriamo.
Ma come ci arriviano le microplastiche nelle acque di scarico? Ovviamente non solo ma anche grazie al nostro bucato!
Gli esperti affermano che un solo ciclo di lavatrice può rilasciare fino a 12 milioni di microfibre che arrivano persino alle acque dell’Artico!
Consigli per un bucato Eco-friendly
Qualcosa che possiamo fare nel nostro piccolo, come sempre, c’è: ecco alcune dritte per un bucato quanto più possibile green!
1. Cicli rapidi e temperature basse
Evitiamo temperature sopra ai 30° e impostiamo una durata del lavaggio inferiore ad 1 ora: aiuteremo così a diminuire il rilascio di microfibre!
I panni si laveranno lo stesso, qui non si sta mettendo in discussione l’igiene: esistono molti detersivi, per esempio, la cui efficacia è garantita anche a basse temperature!
Inoltre, se quando un capo è macchiato o molto sporco (di fango, per esempio) lo laviamo subito, senza far seccare eccessivamente la macchia, questa andrà via con più facilità, meno detersivo e temperature più basse!
2. Pieno carico
Non facciamo partire lavatrici mezze vuote: aspettiamo di avere abbastanza panni per riempirle.
Otterremo così un risparmio in termini di acqua ed energia ma non solo: essendoci meno frizione tra gli indumenti (dato che il rapporto acqua-tessuto è minore), un lavaggio a pieno carico riduce il rilascio di microplastiche.
3. Scegliamo il “second-hand”
Il lavaggio di abiti nuovi rilascia più microfibre rispetto a quelli già usati, specialmente nei primi 8 lavaggi: la soluzione? Cerchiamo di utilizzare i nostri indumenti molto a lungo oppure, se proprio ci viene voglia di rinnovare il look, scegliamo abiti di seconda mano!
Questo si aggiunge agli innumerevoli punti a favore del Second Hand!
4. Riduciamo i lavaggi
Sembrerà banale ma non è scontato: lavare meno di frequente i nostri indumenti ridurrebbe, e non di poco, il problema delle microplastiche!
E non solo: aiuterebbe i nostri indumenti a durare più a lungo.
Pensiamoci: quante volte li laviamo quando non ne hanno realmente bisogno?
5. Non esageriamo con il detersivo
Usiamo la quantità prescritta o anche meno: usare troppo detersivo non avrà una maggiore azione lavante, anzi!
Il risultato sarà l’aumento di sostanze irritanti sui nostri capi di abbigliamento e nell’acqua che verrà scaricata nei nostri mari… oltre al fatto che servirà più acqua per il risciacquo!
6. Detersivi bio
Ovviamente, preferire i prodotti biologici è sempre un bene per l’ambiente, detersivi compresi!
Oltre al biologico, un altro modo per rendere più green il nostro bucato è quello di acquistare i detersivi sfusi e riutilizzare lo stesso contenitore per il refill!
Fonti
https://www.vogue.it/news/article/7-modi-facili-ridurre-microplastiche-bucato
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